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Agenda Vargas Llosa e Mostra Eielson

Il Centro Studi Eielson invita a partecipare alle iniziative che si terranno dal 3 al 5 giugno 2014
In queste date il premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa sarà a Firenze dove riceverà la Laurea Honoris Causa dell’Università di Firenze e dove inaugurerà la mostra Jorge Eielson. Gesti ancestrali e forme attuali.

LAUREA HONORIS CAUSA A MARIO VARGAS LLOSA

Lectio magistralis di Mario Vargas Llosa:

AGENDA di MARIO VARGAS LLOSA a FIRENZE – GIUGNO 2014

martedì 3 giugno: ore 17.30 – Biblioteca delle Oblate, colloquio tra Claudio Magris e Mario Vargas Llosa a partire dal libro di cui sono coautori, La letteratura è la mia vendetta, Mondadori, nella cornice del programma «Leggere per non dimenticare», diretto da Anna Benedetti. L’incontro sarà introdotto dalle proff. Ernestina Pellegrini e Martha Canfield.

 

mercoledì 4 giugno: ore 10.30 – Aula Magna del Rettorato dell’Università di Firenze, cerimonia della Laurea Honoris Causa, laudatio a cura di Martha Canfield. Titolo della lectio magistralis di Mario Vargas Llosa: Boccaccio in scena.

ore 18.00 – Robert F. Kennedy Center inaugurazione della mostra di Jorge Eielson, Gesti ancestrali e forme attuali, a cura di M. Canfield e A. Ciabatti. Parole di apertura di Mario Vargas Llosa.

    giovedì 5 giugno: ore 11.00 – Aula Magna del Rettorato dell’Università di Firenze, presentazione del libro Perù frontiera del mondo. Eielson e Vargas Llosa: dalle radici all’impegno cosmopolita, e dell’ultimo numero della rivista LEA, dedicato a Vargas Llosa e a Fernando de Szyszlo. Colloquio con gli studenti.

 

ore 17.00 – Fiesole, incontro con l’Associazione NEM (Nuovi eventi musicali), dove  Mario Vargas Llosa riceverà un premio per il suo libro La civiltà dello spettacolo, pubblicato da Einaudi.

venerdì 6 giugno: partenza dei coniugi Vargas Llosa per Torino, dove il giorno dopo lo scrittore riceverà la laurea honoris causa presso l’Università degli Studi di Torino.

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Per informazioni

Centro Studi J. Eielson

info@centroeielson.com 
Tel. 055/23.98.949 // Cell. 347/53.55.504 // Fax. 055/23.98.040
sede operativa Piazza Brunelleschi 3/4 50121 Firenze

 

 

 

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È morto Gabriel García Márquez

E ora l’America Latina è ancora un po’ più sola
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Il 17 aprile 2014 si è spento a Città del Messico Gabo, lo scrittore Gabriel Garcia Marquez.
Era nato il 6 marzo del 1927 a Aracataca in Colombia.
Nel 1982 fu insignito del premio Nobel per la letteratura.
Con lui ci lascia un genio della letteratura latino americana.
 
Vogliamo ricordarlo con alcune parole che pronunciò in La solitudine dell’America Latina, il suo memorabile discorso di accettazione del Nobel.
«Noi inventori di favole, che crediamo a tutto, ci sentiamo in diritto di credere che non è ancora troppo tardi per intraprendere la creazione» di «una nuova e devastante utopia della vita, dove nessuno possa decidere per gli altri addirittura il modo in cui morire, dove davvero sia certo l’amore e sia possibile la felicità, e dove le stirpi condannate a cento anni di solitudine abbiano finalmente e per sempre una seconda opportunità sulla terra».

 

La repubblica

Corriere della sera

La stampa

El país

La soledad de América Latina

La solitudine dell’America Latina

 

È morto Juan Gelman

Il grande poeta argentino Juan Gelman è morto a Città del Messico il 14 gennaio 2014. Aveva 83 anni.

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Gelman nacque a Buenos Aires il 3 maggio 1930 da genitori immigrati ucraini di origine ebraica. Fin da giovanissimo la sua vita fu segnata dall’impegno politico e dalla poesia. Militò nel Partito Comunista Argentino e fu per questo incarcerato nel 1963; poi entrò a far parte delle Fuerzas Armadas Revolucionarias e alla vigilia del colpo di Stato argentino si allontanò dal paese iniziando la sua lunga peregrinazione di esule, fra Europa e America, che lo vedrà poi stabilirsi definitivamente in Messico. Nel primo periodo della Dittatura, i militari argentini sequestrano e fanno sparire i suoi figli, Nora Eva e Marcel Uriel, e sua nuora María Claudia García, che stava per dare alla luce una bambina. Dalla fine della dittatura iniziò una incessante e dolorosa ricerca che lo porterà nel 1999 a ritrovare la nipote, che era stata affidata a un militare uruguayano e che nel 2002 ha potuto riprendere il nome dei suoi veri genitori: Macarena Gelman.

Tutto il suo impegno politico e la sua tragica vicenda personale sono indissolubilmente legati alla sua attività letteraria e poetica in particolare. E la lacerazione dell’io casusatagli dal lungo esilio,  sta probabilmente alla base della  scelta di Gelman di usare spesso eteronimi (John Wendell, Don Pero, Sidney West e altri).  È  considerato uno dei maggiori poeti contemporanei e le sue opere sono state tradotte in moltissime lingue.

Hechos y relaciones (1980; Fatti e relazioni), Si dulcemente (1980; Se dolcemente), Citas y comentarios (1982; Citazioni e commenti), e Composiciones (1986; Composizioni). Carta a mi madre (1999; Lettera a mia madre). Nel 2006 Doveri dell\’esilio, in occasione dell\’assegnazione del premio internazionale di poesia civile di Vercelli. Valer la pena 2007.

Il centro Studi Jorge Eielson aveva celebrato la sua poesia il 7 dicembre 2010 durante la Giornata Internazionale dei Diritti Umani:

Epitafio

Un pájaro vivía en mí. Una flor viajaba en mi sangre. Mi corazón era un violín.
Quise o no quise. Pero a veces me quisieron. También a mí me alegraban: la primavera, las manos juntas, lo feliz.
¡Digo que el hombre debe serlo!
Aquí yace un pájaro. Una flor. Un violín.

Juan Gelman

 

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